L’occhio indiscreto del tifoso

Sembra ormai assodato che dovremo lottare con le unghie e con i denti per non restare in fondo alla graduatoria e dover abbandonare dopo un solo anno e senza ulteriori possibilità (play-out) la Serie B conquistata meritatamente lo scorso anno. Restano in ballo quei due posti per ora occupati da altre due formazioni romane, utili ad alimentare almeno una speranza.

Il 7° posto sembra una chimera occupato attualmente dal Perugia e distante 6 punti. La partita di sabato ha dimostrato una cosa molto chiara: anche in una situazione di difficoltà per la squadra avversaria, che non dimostrava di avere quel piglio aggressivo e combattivo mostrato in altri match, la Roma Waterpolo non è stata in grado di approfittarne. Proprio quando dovevamo tirare fuori le unghie per portare a casa il risultato abbiamo tirato i remi in barca e lasciato ai padroni di casa i tre punti con estrema facilità.

Un’occasione persa, non c’è nulla da aggiungere. Il risultato è rimasto a lungo in bilico e quasi sempre quando la Roma Waterpolo si trovava in vantaggio (+1) non si è mai riusciti a piazzare il colpo fatale. Così proprio nel nel momento decisivo del match, durante il quarto tempo, due reti degli eurini condannavano i giallorossi all’ennesima sconfitta.

Cosa manca dunque a questa squadra visto che i risultati dimostrano che può competere con chiunque? Io la chiamo la “cazzimma” ossia quella praticità di cercare e di trovare d’istinto il proprio tornaconto, un po’ ignorante ma risoluti, da gente vera che non ha paura di nulla e di nessuno e che affronta la sfida con determinazione fino alla fine. Ecco vorrei che i nostri atleti da qui alla fine del campionato tirassero fuori “la cazzimma”.

Cosa abbiamo da perdere? Nulla. Non si può scendere più in basso ma solo risalire se ne avremo la capacità ma, soprattutto, se faremo valere il vantaggio di giocare nella nostra tana  a cominciare dalla prossima sfida. Locatelli, Lerici, Perugia e C.C. Lazio, quattro sfide da vincere senza se e senza ma cercando nel contempo di trovare almeno tre punti nelle tre trasferte rimaste.

Impossibile? Si decisamente una “mission impossible”, ma nello sport esistono i sogni e le imprese e se pensate che un sogno non sia possibile significa che non stiamo facendo l’impossibile per realizzarlo.

La cronaca del match inizia con la Roma Waterpolo ben disposta in vasca e subito in vantaggio con Piacentini. La Libertas usufruisce di un penalty ma oggi Santoni vuol tornare protagonista e neutralizza di De Luca. I minuti passano e pur essendo padrona del gioco la sfortuna si accanisce e non consente un primo allungo. Gli avversari trovano il pareggio sfruttando una superiorità, ma i giallorossi replicano con Di Bisceglia che realizza un penalty.

Nel secondo tempo entrambe le squadre realizzano la saga degli errori con passaggi errati e fuori misura e il gioco ne risente, tanto da risultare davvero poco esaltante. Ma la Libertas riesce a fare il minimo aggiudicandosi il parziale (2-0) e si ritrova in vantaggio senza particolari meriti.

Terzo tempo più scoppiettante e la Roma Waterpolo prima pareggia con Natalucci che in contropiede buca la difesa avversaria e poi passa in vantaggio con Piacentini (il migliore dei suoi oggi) che sfrutta una superiorità numerica. Immediata reazione dei rossoblù dell’Eur e pareggio con Giacomone.  Campana porta di nuovo avanti la Roma Waterpolo e sarà l’ultimo acuto dei giallorossi in un match sonnolento.

Barchiesi consente alla Libertas di impattare il pareggio e di affrontare l’ultimo decisivo tempo in una situazione relativamente di tranquillità. E così, mentre tutti si aspettano la veemente reazione dei giallorossi affamati di punti, il quarto tempo sfila via con Barchiesi (penalty) e Boccia che bucano le residue speranze dei nostri che cominciano una personale battaglia con l’arbitro perdendo lucidità e incontro. L’arbitro è stato ininfluente, che sia chiaro, e sufficiente nella mia valutazione.

Prima di chiudere volevo sottolineare una questione tecnica secondo il mio parere modesto ma che deriva da anni e anni nell’ambiente: manca il “mancino”. Come si può affrontare un campionato nazionale difficile e complesso come la Serie B con un assenza cosi determinante? Le altre squadre non solo lo hanno, ma spesso risulta determinante. I mancini incontrati sul nostro cammino sono stati spesso incisivi ma soprattutto decisivi (a memoria Perugia, Chiavari, Locatelli, Villa York). Possibile che non ci sia un Under 20 da far crescere nella prima squadra?

Il nostro simbolo ha nel logo il Colosseo, il simbolo di Roma e ricordate sempre sin quando il Colosseo resterà in piedi, lo sarà pure Roma. Quando il Colosseo crollerà, crollerà anche Roma. Quando crollerà Roma, crollerà anche il mondo.

Forza Roma Waterpolo sempre e ovunque.

DAVID CIMINI

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